“Dall’attuale Scandinavia, dopo un lungo percorso migratorio, nel 568 i Longobardi arrivarono in Italia. Nel corso di questo lungo viaggio il popolo longobardo ebbe modo di assimilare altre popolazioni, condividerne cultura, tradizioni e costumi; dando vita ad una nuova compagine etnico-culturale. Al loro arrivo in Italia, entrati in contatto diretto con l’eredità culturale romana, i Longobardi strutturarono una cultura ancora nuova, riuscendo a coniugare il proprio sostrato germanico con la tradizione classica e romano-cristiana. Questo ne ha fatto i veri continuatori, molto forse anche più dei Bizantini, della civiltà romana”.
L’Umbria, fino al prossimo 6 marzo 2022, sarà una vetrina privilegiata per chi volesse avvicinarsi alla conoscenza della civiltà Longobarda. Saranno due infatti le esposizioni, a Campello sul Clitunno (Pg) e a Spoleto (Pg) che permetteranno di entrare in contatto con gli elementi della vita quotidiana della civiltà longobarda e con i sette monumenti architettonici Patrimonio UNESCO che si trovano in tutta Italia.
In occasione delle celebrazioni per il decennale del riconoscimento del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” come Patrimonio Mondiale UNESCO, infatti, a Campello sul Clitunno (Pg), presso Palazzo Casagrande, è stata allestita la mostra “Trame Longobarde. Tra Architettura e Tessuti” uno straordinario lavoro di ricostruzione, sulla base dei dati archeologici, della vita quotidiana dei longobardi, un viaggio attraverso tessuti, abiti e monili prodotti da questa straordinaria civiltà (visitabile fino al 20 febbraio 2022, ingresso gratuito).
Mentre a Spoleto (Pg), presso la Rocca Albornoz – Museo nazionale del ducato di Spoleto, verrà inaugurata venerdì 12 novembre 2021, la mostra “Toccar con mano i Longobardi”, visitabile fino al 6 marzo 2022, realizzata in collaborazione con il “Museo Tattile Statale Omero” di Ancona, offre la possibilità unica di ammirare contemporaneamente i sette monumenti del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”, con l’obiettivo di far conoscere la straordinarietà e la complessità del sito Patrimonio UNESCO, attraverso un percorso tattile e una gamma differenziata di opzioni di fruizione che ne facilitano la comprensione, assicurando a tutti un’esperienza multisensoriale ottimale.
Oltre alle due esposizioni inoltre, l’Umbria conta sul territorio, ben due dei sette siti che fanno parte ormai da dieci anni del sito seriale UNESCO “I Longobardi in Italia”: a Spoleto (Pg) la Basilica di San Salvatore, un edificio eccezionale per il linguaggio romano classico con cui è stata concepito che conserva la ricca trabeazione con fregio dorico, impostata su colonne doriche nella navata e corinzie nel presbiterio. A Campello sul Clitunno (Pg) troviamo invece il Tempietto del Clitunno, un piccolo sacello in forma di tempio corinzio tetrastilo in antis con due portici laterali. La progettualità e la perizia nell’impiego degli spolia antichi accomunano il Tempietto, al San Salvatore di Spoleto. All’interno si conservano dipinti murali di notevole qualità.
La mostra “Trame Longobarde. Tra Architettura e Tessuti”
La mostra itinerante “Trame Longobarde. Tra Architettura e Tessuti” è uno straordinario lavoro di ricostruzione, sulla base dei dati archeologici, della vita quotidiana dei longobardi, un viaggio attraverso tessuti, abiti e monili prodotti da questa straordinaria civiltà. Tutti gli abiti in mostra sono stati realizzati per metà, con tessuti fatti rigorosamente a mano su telai orizzontali a licci riproducendo esattamente il numero dei fili di ordito e trama presenti al cm, nonché lo spessore degli stessi fili e le torsioni. L’altra metà degli abiti è stata realizzata impiegando una tela di cotone industriale proprio per sottolineare che il modello dell’abito riproposto è il frutto di contaminazioni scientifiche e di elaborazioni dei curatori.
I tessuti e le bordure sono stati realizzati nella Casa di Reclusione di Spoleto dai detenuti del corso di tessitura, con i telai dell’IIS Sansi Leonardi Volta, dopo uno straordinario lavoro di studio e ricostruzione di trame e orditi desunte dalle scoperte archeologiche. La composizione dell’abito maschile e femminile è stata realizzata con attenti confronti iconografici uniti alle poche fonti letterarie (Historia Langobardorum di Paolo Diacono), il risultato è un’accurata proposta delle antiche tecniche di tessitura e di taglio e cucito dell’abito altomedievale. Sono rappresentati i diversi ceti sociali completati da accessori realizzati dai detenuti del Liceo Artistico ristretto. Il visitatore condotto da icone equine e lance tra reperti dei secoli dal IV all’VIII, incontra i protagonisti di trame longobarde davanti a grandi fondali fotografici dei sette monumenti architettonici che compongono il sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”. La mostra, curata da Glenda Giampaoli e Giorgio Flamini, con il confronto scientifico di Donatella Scortecci, è stata realizzata grazie alle risorse della Regione Umbria, legge regionale 24 del 2003 progetto “Musei che hanno stoffa”, del MiBACT, dell’Associazione Italia Langobardorum e legge 77 del 2006 a sostegno dei siti UNESCO; ha uno straordinario valore scientifico, didattico illustrativo e sociale tanto che a Campello sul Clitunno è possibile organizzare visite studiate ad hoc per le scuole con la possibilità di laboratori tessili per gli studenti ed i gruppi di visitatori.
La mostra “Toccar con mano i Longobardi”
La mostra itinerante “Toccar con mano i Longobardi” è stata realizzata dall’Associazione Italia Langobardorum in collaborazione con il “Museo Tattile Statale Omero” di Ancona e finanziata dal Ministero della Cultura a valere della L.77 / 2006, con l’obiettivo di far conoscere la straordinarietà e la complessità del sito UNESCO attraverso un percorso tattile e una gamma differenziata di opzioni di fruizione che ne facilitano la comprensione, assicurando a tutti un’esperienza multisensoriale ottimale.
Nelle sale saranno esposti sette modellini tridimensionali in scala dei monumenti architettonici che rappresentano maggiormente il sito seriale longobardo e sette modellini relativi alle aree in cui sono situati i monumenti, per permettere l’esplorazione tattile dei loro contesti di provenienza. A rendere il percorso ancor più accessibile saranno le audio descrizioni (in italiano e inglese), registrate dagli attori della Compagnia #SIneNOmine della Casa di Reclusione di Maiano a Spoleto, da ascoltare tramite NFC e QR code, nonché un catalogo in Braille e uno in large print in libera consultazione, infine, per consentire una fruizione dei modelli inclusiva, sono stati realizzati dei video con la tecnica del compositing nella LIS – Lingua dei Segni Italiana, insieme ad immagini e animazioni, sottotitoli e audio.
La mostra “Toccar con mano i longobardi”, permette di conoscere e “toccare” le sette eccellenze architettoniche del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” da dieci anni riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale, in un itinerario dei luoghi del potere Longobardo.
Entrambe le esposizioni sono curate dall’Associazione Italia Langobardorum, struttura di gestione del sito UNESCO seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”, che comprende le più importanti testimonianze monumentali longobarde esistenti sul territorio italiano, che si situano dal nord al sud della Penisola, laddove si estendevano i domini dei più importanti Ducati Longobardi. I beni compresi nel Sito sono, ognuno per la propria tipologia, il modello più significativo o meglio conservato tra le numerose testimonianze diffuse sul territorio nazionale e rispecchiano l’universalità della cultura longobarda nel momento del suo apice.
Ne fanno parte: l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli (UD), il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG), l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia, il Castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria Foris Portas a Torba e a Castelseprio (VA), la Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG), il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG) e il Complesso di Santa Sofia a Benevento.